29 ottobre 2023

Paola Sceusa e l'Astensione costituente

Energia.
Nonostante un calo del Pun (Prezzo Unico Nazionale) medio dai 157,39 euro/Kwh del 2022/2023 ai 112,64 euro/KWh stimati per il 2023/2024 (-28%), la crescita della spesa elettrica per un tipico condominio sarà del +6%. Dai 1.161,89 euro di spesa media si arriverà a 1.231,09 euro. Nonostante la materia prima energia oggi costi decisamente meno rispetto a 12 mesi fa, le bollette elettriche saranno un po' più salate per la ricomparsa di tutte quelle voci che erano state azzerate per tanti mesi.

Per il gas invece, nonostante il Psv (Punto di Scambio Virtuale) medio sia sceso dai 81,62 euro/Smc dell'inverno 2022/2023 ai 46,80 euro/Smc stimati per l'inverno 2023/2024 (-43%), la spesa del Condominio medio Italiano salirà dell'8%.


https://fiorenzaoggi.eu/paolo-sceusa-un-uomo-in-marcia-per-la-liberta-levoluzione-passa-da-qui/











  • Corsi di attività motoria;
  • Pomeriggi danzanti;
  • Soggiorni climatici/cure termali;
  • Orti sociali.

Per accedere ai servizi occorre iscriversi. Per l'iscrizione è prevista una quota annuale fissata in € 5,00.

Le varie attività svolte all'interno dei Centri sono gratuite ad eccezione delle gite turistiche, dei pranzi, delle attività motorie, dei balli, dei corsi di lavoro artigianale, dei soggiorni climatici/cure termali e degli orti il cui costo è a carico dell'utente.

I Centri d’Incontro del Comune di Aosta sono:

  • Centro d'Incontro del Quartiere Cogne  di Via Vuillerminaz, 7  11100 Aosta
  • Centro d'Incontro del Quartiere Dora di Loc.Croix Noire, 38 11100 Aosta

Il gestore dei Centri d’Incontro è:

Associazione Temporanea di Imprese (Coop. La Sorgente e Coop. l'Esprit à l'Envers)

Via Vuillerminaz, 7 – 11100 AOSTA (AO)
Tel.  0165/210745


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9 ottobre 2023

convegno CONDAV del 4 ottobre 2023 al momento censurato da you tube

Giornata per ricordare le persone rese disabili o decedute a seguito delle vaccinazioni

Convegno CONDAV del 4 ottobre 2023
"Danneggiati da Vaccino: problemi attuali e prospettive per il futuro". Interverranno: il dott. Giuseppe Barbaro; il prof. Paolo Bellavite; il dott. Marco Cosentino; il dott. Alberto Donzelli; la dott.ssa Martina Pastorelli; la dott.ssa Paola Ponzo e il prof. Antonio Toniolo. 





https://www.prevenzioneprimaria.it/index.php

Cari tutti, Ch(è/e)r(e)s tou(te)s, Car*(@, ə) tutt*(@, ə)




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19 marzo 2023

il vaccino di Pandora - studio scientifico sul potenziale tossicologico di un vaccino a mRNA


https://vimeo.com/797934237


Il dott. Gabriele Segalla, Biochimico Ricercatore Indipendente, Specialista in Chimica delle microemulsioni e dei sistemi colloidali, autore di pubblicazioni scientifiche e detentore di vari brevetti internazionali (orcid.org/0000-0002-5969-3732), esamina in questo video alcuni degli aspetti più significativi delle criticità e del potenziale tossicologico di un vaccino a mRNA.
L'intero docu-video è basato sullo studio di G. Segalla recentemente pubblicato in italiano sul Quaderno 02 2022 di Disinfection, “Criticità chimico-fisiche e potenziale tossicologico dei nanomateriali lipidici contenuti in un vaccino a mRNA” scaricabile da:ndmagazine.it/
e sullo studio pubblicato in peer-review sulla rivista americana International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR), “Chemical-Physical Criticality and Toxicological Potential of Lipid Nanomaterials Contained in a COVID-19mRNA Vaccine”, DOI:doi.org/10.56098/ijvtpr.v3i1.68


8 marzo 2023

Dal virus alla manipolazione: storia di una pandemia. Tutele e limiti etici e giuridici . quaderni all'aria .




Dal virus alla manipolazione: storia di una pandemia. Tutele e limiti etici e giuridici . quaderni all'aria .



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4 novembre 2022

LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DELLA TRATTA DELLA PISTA CICLABILE TRATTA "OSPEDALE - VIA SAN GIOCONDO"

https://www.aostainbici.it/home/mappa-generale-delle-tratte/tracciati/tratta-s2














Per la Città di Aosta il progetto è stato approvato dalle Amministrazioni guidate prima dal Sindaco Centoz con gli Assessori Malacrinò e Migliorin e in seguito dal Sindaco Gianni Nuti con gli Assessori Cometto e Sartore, e coordinato dai seguenti Funzionari comunali  (Aree tecniche T2 e T3)

Ing. Andrea Florio, dirigente
Arch. Andrea Lazzarotto, RUP del progetto, 
Arch. Monica Marchegiano
Ing. Luca Berthod, assistente al RUP.

Incaricato del progetto e della direzione lavori per la sua realizzazione è un raggruppamento di professionisti composto da 
Arch. Paolo Castelnovi, mandatario 
e da Arch. Andrea Marchisio, “Architetturatre” Studio associato,(Arch. Mauro Rosini e Geom. Luca Melotto), 
“Faber ingegneria” per le parti strutturali (ing. Lorenzo Nelva Stellio, ing. Davide Maietti), 
“Area progetti” per le parti impiantistiche (Ingg. Cerioni, Pisani e Racca) Ing. Giulia Armand, Dott. Geol. Roby Vuillermoz per le parti geologiche.



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4 marzo 2022

I LIMITI DI ESPOSIZIONE NON VANNO INNALZATI.

Roma- Aosta , 4 marzo 2022                                                         

Limiti elettromagnetici, Associazioni e Comitati rispondono alla richiesta di Assotelecomunicazioni di portare i valori di esposizione ai campi elettromagnetici da 6 V/m a 61 V/m

“I limiti non vanno innalzati. Chiediamo con forza alla Commissione Industria del Senato ed ai parlamentari tutti di dare voce alla ricerca e alla scienza, e non alle ragioni del potere economico, mettendo al primo posto la salute dei cittadini” 

In Italia non si contano più i tentativi, da parte delle imprese delle comunicazioni, di innalzamento dei limiti di legge di esposizione ai campi elettromagnetici, con la scusa di cogliere appieno le potenzialità dello sviluppo della tecnologia 5G. L’ultima richiesta è quella presentata il 22 febbraio da Assotelecomunicazioni alla X Commissione permanente del Senato, nell’ambito della discussione sul decreto Concorrenza (AS 2469), per l’innalzamento dei valori di esposizione elettromagnetici da 6 V/m a 61 V/m, che nel documento motiva: “nello studio del Politecnico di Milano per Asstel che ha stimato, in presenza degli attuali limiti, la necessità di 27.900 interventi aggiuntivi, sia in termini di reingegnerizzazione di siti esistenti, sia di siti nuovi, con un esborso incrementale per questo motivo di circa 4.0 miliardi di euro a carico degli Operatori radiomobili”.  

Associazioni, enti, comitati e cittadini, si appellano alla Commissione Industria del Senato affinché rigetti la richiesta, definendo una volta per tutta la sua posizione contraria a riguardo, considerandola una minaccia per la salute pubblica e la biodiversità.

“Nessuna ragione tecnica o economica può giustificare un rischio di salute per la popolazione e la biodiversità. – hanno commentato i firmatari – Innalzare il limite portandolo a 61 V/m, significa ignorare le ragioni sanitarie che dimostrano la presenza di effetti biologici non termici, anche molto gravi, fino a forme tumorali, causati dalle frequenze già in uso. Evidenze che fotografa anche l’ultima ricerca Health impact of 5G dell'Istituto Ramazzini pubblicata dal Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo. Per questo chiediamo con forza alla Commissione Industria del Senato e ai parlamentari tutti di dare voce alla ricerca e alla scienza, e non alle ragioni del potere economico, mettendo al primo posto la salute dei cittadini”.

Diverse le ragioni che spiegano la forte e decisa opposizione a quanto richiesto da Assotelecomunicazioni. 

In primo luogo, che i “livelli di riferimento” di cui all’allegato III della Raccomandazione del Consiglio 1999/519/CE di 61 V/m per gli effetti termici, gli unici effetti considerati, risultano essere circa 10 volte più elevati, in termini di campo elettrico dai 6 V/m previsti dal valore di attenzione vigente in Italia, e 100 volte più alti in termini di densità della potenza. Va precisato, quindi, che i 10 W/mq previsti dalla Raccomandazione Europea vanno confrontati con gli 0,1 W/mq del nostro DPCM 8/7/2003. Inoltre, non risulta corretta l’affermazione di Assotelecomunicazioni secondo la quale, per la banda di frequenza a 3.6 GHz, le raccomandazioni internazionali prevedono un limite massimo di 61 V/m contro i 6 V/m italiani. Infatti, il limite vigente sul territorio italiano in quella banda di frequenza è di 40 V/m mentre i 6 V/m rappresentano il valore di attenzione, ossia il tetto massimo di esposizione riferito specificamente ai luoghi a permanenza non inferiore alle 4 ore giornaliere. Per di più non è da trascurare l’anomalia introdotta dalla legge n. 221/2012, che porta già ad un aumento surrettizio dei parametri di esposizione grazie alla misura dei valori dei campi elettromagnetici, da confrontare con il valore di attenzione, come valore medio sulle 24 ore e non più come valore medio su 6 minuti.

Si ricorda alla Commissione del Senato e ad Assotelecomunicazioni, che la stessa Raccomandazione 1999/519/CE afferma che “gli Stati membri hanno facoltà, ai sensi del Trattato, di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente Raccomandazione”, specificando quindi che non esiste alcun obbligo di adeguamento agli standard europei. Come non esiste neanche un’incompatibilità tra la normativa italiana e l’implementazione delle nuove tecnologie. Tanto che le stesse Agenzie per l’Ambiente ritengono che “la realizzazione del 5G possa avvenire con il mantenimento degli attuali limiti di legge attraverso la definizione di criteri progettuali efficienti come, ad esempio, il corretto dimensionamento e posizionamento degli impianti sul territorio”.






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12 gennaio 2022

SPIKE E VACCINI A MRNA

Prof. Paolo Bellavite può spiegare  brevemente, come funzionano i vaccini a mRNA?

Questi vaccini funzionano inserendo, tramite una particella lipidica, un acido nucleico nella cellula. Quando vi è entrato, l’acido nucleico insegna alla cellula a produrre una proteina denominata spike, che è propria del virus. A quel punto la cellula, producendo la proteina spike, la espone sulla propria membrana e va in questo modo a stimolare il sistema immunitario, che la riconosce come estranea.

Il problema qual è? Come ho scritto in diversi articoli, mentre nella teoria proposta dalle case farmaceutiche queste spike sarebbero prodotte solamente dalle cellule del sistema immunitario e si tratterebbe semplicemente di un’autostimolazione del medesimo, nella realtà dei fatti le spike sono prodotte anche da altre cellule e in molte parti del corpo – compresi il cuore, i vasi sanguigni, il pancreas, il fegato e la tiroide – e, quindi, si possono verificare reazioni gravi contro tali cellule, che hanno prodotto la spike, dato che si comportano come se fossero state infettate dal virus. La differenza è che se ci fosse il virus, sarebbe questi a riprodursi, con la spike del vaccino si riproduce la spike. Però, dal punto di vista pratico e biologico, il risultato è il medesimo.
Non sappiamo inoltre come si controlla questo prodotto, che resta in circolo qualche giorno, né come si comporta la spike. Non si comprende come mai in alcuni soggetti il vaccino sia come assumere acqua fresca e, in altri, si abbiano reazioni anche gravi, perfino a distanza di tempo – dato che si somma il problema dell’autoimmunità. 

Le spike, infatti, assomigliano ad alcune proteine del nostro corpo e, quindi, il sistema immunitario, prima, si rivolge contro le spike e, poi, per motivo di similitudine, può rivolgersi contro gli stessi tessuti del corpo. Ecco, quindi, scattare il fenomeno autoimmunitario. Le miocarditi pare siano dovute all’innescarsi di questo meccanismo. E infatti non insorgono nei primissimi giorni, ma a distanza di qualche tempo».

estratto di una intervista di Simona Frigerio al prof. Paolo Bellavite



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20 aprile 2021

NO ALL'INNALZAMENTO DEI LIMITI DI ESPOSIZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Salvaguardare la salute dei cittadini: no all’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi
elettromagnetici generati dalle radiofrequenze come previsto nel PNRR.

c.a.
Presidente del Consiglio
Mario Draghi
Presidente della Camera,
Roberto Fico
Presidente del Senato,
Maria Elisabetta Alberti Casellati

Egregio Presidente,

Vogliamo portare alla Sua attenzione quanto potrebbe accadere nel nostro Paese in tema di limiti sui campi elettromagnetici che, come sta ampiamente dimostrando la ricerca scientifica, sono non solo tra i più cautelativi in Europa ma anche allineati a quelli di altri Paesi europei che hanno in materia norme più protettive.

In Italia, infatti, il limite massimo di esposizione al campo elettrico a radiofrequenza (CEMRF) è di 20
Volt/metro (40 V/m per le onde centimetriche), ma si tratta di un limite valido per esposizioni brevi od
occasionali, mentre il tetto di radiofrequenza (valore di attenzione) per il campo elettrico generato dalle
radiofrequenze/microonde, per esposizioni all'interno di edifici adibiti a permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere, è di 6 Volt/metro (DM 381/ 98 e DPCM 8/7/2003).

Gli enti, le associazioni, i comitati cittadini sottoscritti sono preoccupati per la tutela della salute e
dell’ambiente e lo sono ancora di più dopo che la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha espresso parere favorevole alla valutazione dell’innalzamento dei limiti di esposizione
elettromagnetici correlati a un rischio emergente di inquinamento, dettato anche dalle nuove esigenze di
digitalizzazione, tra cui lo sviluppo della tecnologia 5G.

Non siamo affatto preoccupati dello sviluppo di digitalizzazione per il nostro Paese, servizio e tecnologie che la pandemia ha messo in evidenza come auspicabili e necessari anche per superare le disuguaglianze sociali che abbiamo vissuto in questi mesi; ma il parere del 24 marzo u.s., espresso dalla IX Commissione Permanente della Camera, circa la proposta di adeguamento dei limiti di immissione elettromagnetica (Osservazione 15) a quelli vigenti nei Paesi Europei meno cautelativi in materia, di 61 V/m, suscita in tutti noi grande preoccupazione.

Il limite di 61 V/m non tiene conto delle numerose evidenze scientifiche che hanno ormai dimostrato la
presenza di effetti biologici non termici anche molto gravi, fino a forme tumorali. Va sottolineato, in
proposito, che i livelli di riferimento di cui all’allegato III della Raccomandazione del Consiglio CE
1999/519/CE di 61 V/m, validi solo per gli effetti termici, unici effetti considerati nella Raccomandazione, risultano 100 volte superiori a quelli italiani, quando confrontati con i nostri valori di attenzione. Infatti, la stessa Raccomandazione nel Considerando, precisa che: “l’obiettivo è la protezione della popolazione e pertanto essa si applica in particolare ai luoghi in cui singoli cittadini permangono per un tempo significativo rispetto agli effetti contemplati dalla presente "raccomandazione” e che “gli Stati membri hanno facoltà, ai sensi del Trattato, di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente Raccomandazione”.

Il livello di protezione dei 6 V/m in Italia è vigente da 23 anni. Asserire che i limiti italiani sono inferiori solo di tre volte a quelli europei, quando lo sono di 100 volte in termini di campo elettrico e da 10 a 2,5 volte in termini di densità di potenza, è riduttivo e fuorviante rispetto alla reale entità del cambiamento e contrasta con il principio di non rilassamento del livello di tutela ambientale che gli Stati membri della UE si sono impegnati a rispettare con i Trattati. Qualora tale proposta venisse accolta nella normativa nazionale, non potremmo che ravvisarvi motivate criticità sul piano sanitario e ambientale.

Nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS (IARC) classificava i CEMRF,
soprattutto quelli generati dal telefono cellulare, come “possibili cancerogeni per l’uomo” per l’aumento di tumori del cervello e del nervo acustico nell’area ipsilaterale con l’uso del telefono mobile osservato in studi epidemiologici negli utenti che avevano fatto un uso intenso del telefono cellulare. Nella comunicazione della IARC pubblicata nel 2013, fu precisato che una classificazione più severa non era stata allora possibile per la carenza di studi adeguati su animali da laboratorio a supporto dell’osservazione nell’uomo.

In realtà, già nei primi anni 2000 erano stati avviati due studi di dimensione adeguata, uno negli USA dal National Toxicology Program del governo americano, l’altro dall’Istituto Ramazzini di Bologna, due dei più importanti laboratori di ricerca sugli inquinanti ambientali. Entrambi questi enti di ricerca negli ultimi 40 anni hanno contribuito con le loro ricerche alla regolamentazione di importanti agenti quali il cloruro di vinile monomero, il benzene, la formaldeide, l’amianto. Gli studi sui CEMRF dei due laboratori sono stati completati e i risultati sono stati pubblicati nel 2018. Entrambi hanno rilevato aumenti statisticamente significativi di tumori maligni del cervello e delle cellule del sistema nervoso periferico (cellule di Schwann), proprio gli stessi tumori osservati in eccesso negli studi epidemiologici sui grandi utilizzatori di telefoni cellulari. Questi rari tumori sono stati osservati sperimentalmente anche per esposizioni pari a 50 V/m, cioè inferiori ai 61 V/m 61 V/m che costituiscono il livello di riferimento della Raccomandazione europea, ma superiori tanto al limite di esposizione occasionale, 20 o 40 V/m in dipendenza della frequenza, quanto al valore di attenzione, 6 V/m, italiani.
I risultati di questi due studi sperimentali hanno indotto lo specifico gruppo di lavoro della IARC ad inserire la rivalutazione dei CEMRF in calendario come priorità per il periodo 2020-2024, e quindi a breve termine.
Non si comprende, quindi, la richiesta di innalzamento dei limiti di esposizione ai CEMRF in Italia, che
ripetiamo essere tra i più cautelativi al mondo che si accompagna al rilascio per il servizio di telefonia nuove bande di frequenza, come alcune di quelle utilizzate con il 5G, con un contemporaneo innalzamento dei limiti di protezione, non è necessario ed è quanto meno inopportuno, considerando i pericoli emersi da studi sperimentali ed epidemiologici sulle frequenze già in uso e l’incognita costituita da quelle che devono essere ancora rilasciate.

Gli enti, le associazioni, i comitati cittadini sottoscritti chiedono rispettosamente:

1. di coinvolgere tutti i Ministeri competenti, a partire da quello della Salute, nel processo di
valutazione di eventuali innalzamenti dei limiti di protezione relativi alle radiazioni elettromagnetiche. E su questi esercitare la Sua Alta Moral Suasion, perché il Governo non dissipi il patrimonio di civiltà acquisito in Italia, con riguardo alla protezione dall’inquinamento elettromagnetico, osservando il principio di non rilassamento e garantendo il più alto livello di protezione della salute e dell’ambiente, della popolazione, dei lavoratori e dei consumatori, coerentemente con l’impegno preso con i Trattati Europei.

2. consentire lo sviluppo sostenibile di tecnologie utili, ma potenzialmente impattanti sulla salute e
sull’ambiente come quelle che producono inquinamento elettromagnetico, garantendo il rispetto
dei Principio di Precauzione e di Prevenzione. A tal proposito chiediamo che venga acquisito un
rapporto indipendente da conflitti di interesse, analogo a quello che il Parlamento Europeo ha
appena prodotto su “5G e impatto sulla salute”, redatto dalla ricercatrice italiana Fiorella Belpoggi
(Istituto Ramazzini), anche lei firmataria di questa lettera o a quello recepito dal Parlamento
Italiano, con la Mozione 1-00360/1999 votata all’unanimità alla Camera dei Deputati e senza voti
contrari al Senato, alla cui redazione hanno contribuito altri firmatari della stessa.

3. mantenere per i campi elettrici generati dalle radiofrequenze/microonde all'interno di edifici adibiti
a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, il valore di attenzione di 6 Volt/metro;

4. riportare la misurazione del campo elettrico o della densità di potenza dell’onda elettromagnetica
per i controlli dei Comuni e delle ARPA a medie sui 6 minuti invece che nelle 24 ore, come
prevedeva la norma tecnica CEI 211-7. La conseguenza della modifica introdotta dal decreto legge
del Governo Monti n. 179/2012 è quella di ignorare i picchi di esposizione più significativi durante
gli orari di maggior traffico dati;

5. mantenere e favorire lo strumento del regolamento Comunale come forma di pianificazione
territoriale e tutela sanitaria, in particolare per categorie particolarmente vulnerabili (L.Q. 36/2001
art.8 comma 6);

6. finanziare ricerche indipendenti, epidemiologiche e sperimentali, sulle onde centimetriche del 5G a
26 GHz (non ancora studiate in maniera adeguata,) finalizzate ad approfondire i possibili impatti
sulla salute.

Signor Presidente, vorremmo in conclusione sottolineare che, nella presente situazione, l' ipotesi di un rilassamento del livello di tutela della salute della popolazione, dei residenti e dei consumatori, nonché dell’ambiente, con l’innalzamento dei livelli di esposizione ai CEMRF potrebbe generare effetti sanitari dannosi nonché sollevare motivate preoccupazioni nell’opinione pubblica. Dunque, a nostro avviso, non essendoci motivazioni tecnologiche, ma solo ed esclusivamente economiche, le chiediamo di respingere ogni proposta di innalzamento dei limiti più volte esplicitata dalle imprese del settore.

I FIRMATARI

Stefano Ciafani, presidente Legambiente
Fiorella Belpoggi, Direttrice Scientifica, Istituto Ramazzini, Bologna


a seguire altri firmatari
Amici del Viale della Pace




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7 novembre 2020

NUOVA ILLUMINAZIONE PUBBLICA IN VIALE DELLA PACE. AL VIA I LAVORI

E’ prevista la sostituzione dei corpi illuminanti con elementi a led e dei 38 pali di sostegno, nonché il ripristino delle linee elettriche, il recupero delle protezioni meccaniche ed elettriche, previa pulizia dei condotti mediante l’utilizzo di uno scovolo, comprensiva della rimozione di eventuale materiale occludente. 
Le prime operazioni a essere eseguite saranno i lavori di scovolatura delle tubazioni elettriche degli impianti che,da un lato, implicheranno l’occupazione degli stalli di sosta del viale fino all’11 novembre 2020. 
L’assessore ai Lavori pubblici, competente in materia di Illuminazione pubblica, Corrado Cometto: «Si tratta di un intervento particolarmente atteso da residenti e commercianti della zona che contribuirà a rendere più sicuro il territorio. 






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3 aprile 2020

CENSURA SU YOU TUBE DI MOLTI FILMATI


https://youtu.be/bJSm_PSKjOM

https://youtu.be/VyoAJrJSVAo

La medicina non è una scienza esatta, nella quale esiste un solo modo di agire correttamente, ma un’arte, nella quale ogni medico esprime la propria formazione ed esperienza, unite alle sensibilità ed intuizioni sue proprie.

15 marzo 2020

CORONAVIRUS - CONSIGLI...


TÜBINGEN, Germania / BOSTON - 15 marzo 2020 - CureVac AG, un'azienda biofarmaceutica in fase clinica pioniera dei farmaci a base di mRNA per vaccini e terapie, ha confermato oggi che gli sforzi interni sono focalizzati sullo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus con l'obiettivo di raggiungere, aiutare e per proteggere persone e pazienti in tutto il mondo.

Di conseguenza, la società è in contatto con CEPI e molte altre organizzazioni e autorità in tutto il mondo, tuttavia si astiene dal commentare le speculazioni e respinge le accuse sulle offerte per l'acquisizione della società o della sua tecnologia.

Basato sul suo modo d'azione intrinseco, CureVac vede l'mRNA come una delle molecole più potenti per fornire soluzioni rapide ed efficienti in scenari di epidemia, come il Coronavirus. Con esperienza interna di oltre due decenni e la profonda conoscenza scientifica dell'azienda, CureVac sta sfruttando la sua potente piattaforma di vaccini per concentrarsi sullo sviluppo di un vaccino potente, efficace, sicuro e veloce per la produzione di Covid-19.

CureVac ha recentemente annunciato risultati di vaccinazione di successo nel suo programma Rabies per proteggere completamente gli umani con due dosi di solo 1 microgrammo (1 milionesimo di grammo). Questi risultati sono incoraggianti quando si pensa di fornire popolazioni e persone in tutto il mondo in uno scenario di pandemia.

La società ha anche una lunga e forte esperienza nella produzione di vaccini e terapie a base di mRNA dal 2006. In questo momento, CureVac sta lavorando per espandere le sue capacità produttive per essere in grado di fornire fino a miliardi di dosi per situazioni di epidemie come Covid-19.

Mariola Fotin-Mleczek, Chief Technology Officer di CureVac, ha commentato: “La natura ha inventato meccanismi per attivare il nostro sistema immunitario contro le malattie infettive. Con la nostra esclusiva tecnologia RNA di messaggistica imitiamo la natura e forniamo al nostro corpo le informazioni su come combattere il virus. La combinazione di scienza dell'mRNA, comprensione delle malattie, formulazione ed esperienza nella produzione rendono CureVac un attore unico nella lotta contro qualsiasi malattia infettiva, indipendentemente dal fatto che siano stagionali o pandemici. "

Informazioni su CureVac AG

CureVac è una società di biotecnologia di livello clinico leader nel campo della tecnologia messenger RNA (mRNA) con 20 anni di esperienza nello sviluppo e nell'ottimizzazione di questa versatile molecola per scopi medici. Il principio della tecnologia proprietaria di CureVac è l'uso dell'mRNA come supporto dati per istruire il corpo umano a produrre le proprie proteine ​​in grado di combattere una vasta gamma di malattie. La società applica le sue tecnologie per lo sviluppo di terapie antitumorali, terapie anticorpali, trattamento di malattie rare e vaccini profilattici. CureVac ha ricevuto importanti investimenti, tra gli altri da Dievini Hopp BioTech Holding e dalla Bill & Melinda Gates Foundation. CureVac ha inoltre avviato collaborazioni con società e organizzazioni multinazionali, tra cui CEPI, Boehringer Ingelheim, Eli Lilly & Co, Genmab, CRISPR Therapeutics, la Bill & Melinda Gates Foundation e altri. CureVac ha sede a Tubinga, in Germania, con sedi a Francoforte e Boston, negli Stati Uniti.

Per ulteriori informazioni, visitare www.curevac.com 

Contatto multimediale CureVac





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28 dicembre 2019

maria rosa di fazio - metodo lagarde

https://youtu.be/b9WtUHhz7a4?t=454

https://youtu.be/uaXjAdSXHMg?t=2015

https://youtu.be/gfuYkGXbv1I?t=12


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19 dicembre 2019

mozzi testimonianze + gruppo A



https://youtu.be/pV15j1mF-EM





https://youtu.be/M3YNAxJ5H10
https://youtu.be/60mHxdTe7CE
https://youtu.be/m82_VytoaxE?t=357

https://youtu.be/tQACJ5_f1to?t=2284
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7 dicembre 2019

Iluminazione pubblica nella zona di viale della pace - Buone notizie


Il comune di Aosta ha approvato in data 6 dicembre 2019 uno stanziamento per sistemare l'illuminazione pubblica in viale della Pace. La delibera prevede una spesa di quasi 50.000 euro per l'intervento di riqualificazione dell'impianto.
L'intervento è  finalizzatio a consentire il ripristino del regolare funzionamento degli impianti di illuminazione pubblica presenti sul territorio comunale, anche sulla base delle numerose segnalazioni ricevute.


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12 settembre 2019

Odissea Alzheimer - verso una riabilitazione cognitiva in Valle d'Aosta


Riabilitazione cognitiva in Valle d'Aosta onde poter mantenere valide per più tempo le capacità del paziente che inizia ad accusare disturbi della memoria e che non necessita ancora di trattamento farmacologico.  (si potrebbe per esempio attivare un ambulatorio con una neuropsicologa)

Migliorare il rinnovo dei piani terapeutici dei pazienti ricoverati in struttura. Ruolo e competenze del medico interdivisionale copre il servizio su 3 presidi. Due possibili nuovi farmaci - bapinuzumab e interpiridina - hanno disatteso le aspettative.


Le molecole avevano l’obiettivo di eliminare le placche di beta-amiloide dal cervello, uno dei marcatori della più comune forma di demenza. Senza successo.

«Ci sono 50 molecole in fase di sperimentazione, a volte anche abbastanza avanzata - ragiona Claudio Mariani, ordinario di neurologia all’Università di Milano e presidente dell’Associazione per la Ricerca sulle Demenze (Ard) -. Il problema è che, una volta rimossa l’amiloide, molti cervelli non tornano al punto di partenza: il danno è irreversibile ». 


Motivo per cui, piuttosto che attendere la pillola «magica », l’auspicio diventa un altro: riconoscere le persone affette da un lieve declino cognitivo per trattarle a scopo quasi profilattico. 



La malattia inizia molto prima che si manifesti, più di un indizio fa pensare che i farmaci sopracitati, se somministrati prima o all’inizio del deposito dell’amiloide, possano porre un argine all’Alzheimer.

Al via «Interceptor». Come individuare le persone da curare con gli «spazzini» dell’amiloide, evitando che ad assumere i farmaci sia chi non ne ha bisogno? È questo l’obiettivo che gli specialisti italiani si sono prefissati con «Interceptor», un progetto su cui il ministero della Salute e l’Agenzia del Farmaco sono pronti a investire quattro milioni di euro per «individuare il biomarcatore o l’insieme di molecole più accurato in modo da completare una diagnosi di declino cognitivo lieve, fornendo ai cittadini libero accesso a questo screening preventivo ed, eventualmente, a una cura», dice Paolo Maria Rossini, responsabile della struttura di neurologia del Policlinico Gemelli di Roma e coordinatore del progetto che è pronto a partire, arruolando 400 pazienti.
Identificare i pazienti. Potendo predire con accuratezza la conversione della diagnosi di declino cognitivo in Alzheimer, dopo due o tre anni di «follow-up», si spera di identificare i pazienti che potranno beneficiare di (eventuali) nuove terapie. 


Ai soggetti coinvolti - già affetti da una forma di declino lieve - sarà somministrato un test neuropsicologico per valutare la performance cognitiva. Poi saranno sottoposti a una serie di esami: a un elettroencefalogramma, a una risonanza magnetica, alla «Fdg Pet» (per misurare il metabolismo cerebrale) e alla «Pet amiloide» (che rileva le proteine betaamiloide e tau), oltre che al dosaggio di alcune proteine su campioni di liquor cefalorachidiano  all’esame del Dna così da valutare il rischio genetico.

Attraverso questi sette biomarcatori si punta a misurare l’evoluzione della malattia con più precisione. Declino cognitivo lieve. Le persone già colpite da una forma di declino cognitivo lieve «non hanno la certezza di ammalarsi di Alzheimer, ma convivono con un rischio più alto », aggiunge Mariani, alla vigilia della giornata mondiale dedicata alla malattia, il 21 settembre. 


E, allora, come riconoscerle?

Non di certo in modo superficiale, perché «parliamo di individui autosufficienti: non basta dimenticare un paio di nomi o date per considerare se stessi o qualcun altro sulla strada della malattia». Occorre sottoporsi ad alcuni test neuropsicologici, con l’obiettivo di indagare memoria, attenzione e linguaggio.
Le persone colpite da un decadimento cognitivo lieve incontrano difficoltà a ultimare compiti complessi: occuparsi
dei propri affari finanziari o preparare un pasto. 


Come intervenire? 

Se sono disponibili alcuni farmaci (gli anticolinesterasici) per contrastare la progressione dell’Alzheimer conclamato, nessun rimedio esiste invece per chi soffre della condizione di declino «soft». «Ci sono dati, tuttavia, che evidenzianoi benefici di una stimolazione continua: perciò - chiosa Mariani - consigliamo di leggere, continuare a studiare e praticare attività fisica».

29 agosto 2019

Cittadinanza attiva o passiva... di Ivan Cavicchi

Cittadinanzattiva o “passiva”? I miei dubbi sul ruolo e il modus operandi di questa associazione

Se dovessi definire il ruolo di “Cittadinanzattiva” rispetto non solo ai suoi report sulla sanità ma alla sua presenza nel dibattito sanitario, direi che essa è una specie di ausiliario del traffico o “vigilino” quello che, soprattutto rispetto allo status quo di un sistema complesso, accerta le piccole violazioni

I più vecchi non li ricordo, ma quelli più recenti sì e comunque me li sono andati a riguardare, scoprendo che:
· più o meno dicono sempre le stesse cose,
· descrivono la micro disfunzionalità in alcuni settori della sanità, ecc,
· ripropongono uno schema di problemi abbastanza fisso: tempi di attesa, ticket, diseguaglianze, finanziamenti, farmaci, screening, assistenza territoriale, ospedaliera, ecc.

Le proposte che chiudono questi report, rispetto ai tanti problemi in essi elencati ma anche a quelli taciuti, alla fine si riducono al risibile, come quando la soluzione è meno del problema da risolvere quindi sotto-determinata.


  
Ecco quanto dichiara il responsabile della sanità a proposito del recente report:

“Se da una parte si potrebbe pensare ad una eventuale nuova riforma Costituzionale che parta dal basso, dall’altra è doveroso capire subito se e cosa si può mettere in campo oggi, a normativa vigente, per intervenire su situazioni di iniquità che esistono nel Ssn. In altre parole serve subito un programma di azione”.

In attesa di una “riforma costituzionale dal basso” (sic!) cosa propone il programma di azione? Monitoraggi, rappresentanti di cittadini nella Commissione Lea; aggiornamento degli indicatori, norme sui ticket, ecc.

Cioè nei confronti delle grandi batoste che si prende la sanità, praticamente niente, bagatelle nulla di più.

Ausiliari del traffico  
Se dovessi definire il ruolo di “Cittadinanzattiva” rispetto non solo ai suoi report ma alla sua presenza nel dibattito, direi che essa è una specie di ausiliario del traffico o “vigilino” quello che, soprattutto rispetto allo status quo di un sistema complesso, accerta le piccole violazioni.
In una situazione quasi entropica nella quale i diritti sono sempre più dissipati eil sistema sanitario peggiora tutti i giorni, la vocazione di Cittadinanzattiva, è evidente, non è riformare niente, meno che mai contrastare i processi contro-riformatori in corso, ma, come vedremo, è quella di implementare il proprio statuto assicurando, a chiunque ne abbia bisogno, la biblica “foglia di fico” per coprire, diceva mia nonna, le “vergogne”.

La foglia di fico serve a chiunque (istituzioni, sindacati, ecc.) voglia dare, ai propri interessi, una parvenza di democraticità, quanto basta da poter dire di aver coinvolto i cittadini ma dove i cittadini non sono quelli che incontriamo per strada ma solo una loro astrazione giuridica.
Tanto Cittadinanzattiva non mette in imbarazzo nessuno.

Vi chiederete come mai questa tirata proprio ora e non prima.

A un certo punto succede, come è accaduto a me, che ci si accorge che, “Cittadinanzattiva” con i suoi report annuali:
· ci racconta alcune storie ma non tutte,
· ci offre tanti dati ma non quelli davvero utili a capire lo stato reale delle cose,
· tace sulle grandi questioni,
· ci parla di problemi che  per quanto importanti siano, risultano  sempre molto secondari.

Si entra così in crisi, e si comincia a guardare a “Cittadinanzattiva” in un modo diverso scoprendo con delusione che i suoi rapporti, le sue attività pubbliche, le sue dichiarazioni, i suoi documenti alla fine sono null’altro che confabulazione.

Oggi la sanità “a condizioni non impedite” rischia di morire, di trasformarsi in altro, di essere per gran parte privatizzata, di immiserirsi per favorire la grande speculazione finanziaria.

Coloro che dicono di rappresentare i cittadini, quindi non solo Cittadinanzattiva, ma anche i sindacati dei pensionati, (secondo me rispetto a “Cittadinanzattiva” i veri rappresentanti dei cittadini), le associazioni dei consumatori, e altri generi di associazioni, ci devono dire da che parte stanno. Cioè chiarirci se vogliono concorrere alla formazione di un movimento di opinione contro la grande resezione chirurgica tesa a ridurre, come se fosse un cancro, il diritto all’universalismo.
Il chiarimento si rende necessario perché oggi chi asseconda consapevolmente fini anti-sociali tradisce la socialità che dice di voler rappresentare.

Appelli andati a vuoto
Da parte mia, proprio sul terreno della denuncia, in questi anni, ho cercato aiuto e sostegno presso Cittadinanzattiva, sollecitandola anche su questo giornale, in diverse circostanze:
· sulla necessità di mettere mano ad una progetto di riforma  per riformare quello che non abbiamo mai riformato partendo proprio dai cittadini,
· sulla legge per la responsabilità professionale cioè sull’urgenza etica di proteggere il cittadino dalle manovre previste per ridurre il contenzioso legale,
· sul ritorno delle mutue e delle assicurazioni  a danno soprattutto dei cittadini più deboli,
· sulla legge dei vaccini (non sui vaccini in quanto tali) quindi sui rischi di compromettere  un’alleanza terapeutica tra medici e cittadini,
· sulla necessità di ripensare la medicina  partendo proprio dai mutamenti ontologici e sociali dei cittadini.

Sono tutte questioni che chiamano in causa i vincoli di appartenenza dei cittadini a uno Stato in ragione dei diritti di cui godono, quindi la condizione di cittadinanza che Cittadinanzattiva dice di rappresentare.

Ma tutti i miei appelli sono andati a vuoto e con l’aiuto di qualche sms e di qualche chiacchierata informale con qualche amico, mi è stato fatto capire che per inseguire le mie smanie di riforma, per quanto affascinanti, Cittadinanzattiva non intende mettere a rischio, in ragione dei propri legittimi interessi, un sistema di relazioni con la politica, con le istituzioni, con le imprese farmaceutiche.

Cittadinanzattiva costa, le persone da pagare sono molte e le sedi di cui pagare l’affitto pure.

Vorrei ricordare che Cittadinanzattiva è giuridicamente una onlus e che l’art. 29 del suo statuto (patrimonio ed entrate) prevede la legittimità di contributi pubblici e privati e di introiti relativi alla sua attività.

Cittadinanza passiva
Ma nel momento in cui Cittadinanzattiva tace sui processi contro-riformatori in atto essa tradisce il suo mandato statutario diventando “cittadinanza passiva”.

Vorrei ricordare anche che nel suo statuto, aggiornato con l’ultimo congresso (2016), all’art. 1 si parla di “potere di tutela” finalizzato alla difesa dei diritti e che oggi il diritto alla salute è morente.

Cittadinanzattivaè nata per tutelare i diritti delle persone ma la tutela reale che essa esprime, per quel che si vede, è rivolta agli interessi diversi che ruotano intorno ai diritti e che essa crede di presidiare con qualche report.

Il problema di Cittadinanzattiva che vedo è quindi la forte asimmetria tra i suoi scopi e i mezzi dei quali ha bisogno per esistere.

Se la sua strategia, da statuto, vale come una configurazione ebbene secondo me in essa c’è:
· una mancanza di corrispondenza tra obiettivi dichiarati e prassi agite,
· una sproporzione fra le dimensioni formali e quelle sostanziali del suo agire pubblico.

La questione, nella più ampia legalità sia chiaro, è soprattutto politica e morale.

Essa per prima cosa riguarda tutti quei cittadini che sono impegnati come tali in questo “movimento” e che rischiano di diventare, loro malgrado, una garanzia strumentale.

Conosco tante persone per bene diCittadinanzattiva, che lavorano in modo disinteressato nei territori, e con alcune di esse ho importanti rapporti di stima di amicizia e di complicità. Conosco tante esperienze importanti a livello regionale e poi non bisogna dimenticare che migliaia di cittadini si rivolgono a Cittadinanzattiva come ad uno sportello in cerca di aiuto. Per cui mi è chiaro il suo grande valore sociale.

Tuttavia va detto che tutta questa gente, in realtà, non aderisce al movimento per sfornare report con lo stampino, ma per adempiere pienamente all’art. 1 del loro statuto altrimenti la loro militanza risulterebbe svuotata di senso.

Cosa è la confabulazione?
Ho detto prima che i report di Cittadinanzattiva sono forme di confabulazione. Ma che cosa è la confabulazione?

E’ quando:
· non ci raccontano le cose che veramente accadono,
· ci raccontano di quello che accade solo ciò che fa comodo raccontare.

La confabulazione, per gli psichiatri, è un sintomo che rientra in quelle malattie che colpiscono la memoria e producono amnesie (sindrome di Korsakoff).

In queste malattie i malati sono convinti di raccontare storie vere anche se inventate, nel loro caso infatti mancano i due elementi costitutivi della menzogna vale a dire:
· l’intenzione di ingannare,
· il sapere come stanno veramente le cose.

Per i tanti e diversi confabulatori della sanità in genere le cose sono diverse:
· sanno di ingannare,
· perché sanno come stanno le cose.

Il loro inganno non è quindi:
· l’autoinganno (come lo chiamano i cognitivisti) cioè irrazionalità motivata,come quando ad esempio, ci si illude di qualcosa (il sindacato pensa di riuscire a rinnovare i contratti, i medici convinti che la loro crisi sia passeggera, o gli infermieri che sognano di diventare davvero delle figure intellettuali),
· è inganno e basta cioè il ricorso ad una razionalità motivata ma dagli interessi  che informalmente i confabulatori  perseguono.

Dubbi
I dubbi come si può immaginare nel caso delle attività di Cittadinanzattiva in sanità in questi anni non sono mai mancati e questo è anche testimoniato da numerose defezioni che nel tempo sono avvenute da parte di alcuni suoi militanti, alcuni dei quali hanno persino messo in piedi associazioni, soprattutto locali, addirittura concorrenti.

Ad avanzare dubbi sulle attività di Cittadinanzattiva, in occasione di una controversia legata al suo inserimento tra le associazioni facenti parte del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (che non ci interessa trattare), è stato addirittura il Tar del Lazio che, nel 2007, si interrogò sul confine che passa tra attività di informazione e attività di promozione.

In quella circostanza il Tar nella sua sentenza parlò di “sostanziosi contributi” che Cittadinanzattiva avrebbe preso, dalle case farmaceutiche, al punto da rendere “non avventato il dubbio” che più che di campagne informative si trattasse di vere e proprie campagne promozionali.

Il principio, “in punta di diritto”, sul quale in quella occasione il Tar si soffermò fu il seguente: “è inibito alle associazioni, che assumono di agire a tutela del consumatore, di accettare somme di denaro, a qualsiasi titolo e in via diretta o indiretta da parte di imprese che dalle campagne asseritamente informative da esse svolte, concordate o non, ricevono un vantaggio economico per effetto della credibilità e della pubblicità che, normalmente, accompagnano i messaggi delle suddette associazioni”.

Se dovessimo prendere per buona la sentenza del Tar (che all’epoca accolse il ricorso presentato dal Codacons e da Adusbef che chiedevano la cancellazione di Cittadinanzattiva dal Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti  per l’anno 2002 – 2003), l’art. 29 dello statuto di Cittadinanzattiva sarebbe da riscrivere e la onlus da reinterpretare.

Il dubbio alla fine, a parte il Tar (in proposito è bene sottolineare che attualmente Cittadinanzattiva è regolarmente compresa nell'elenco delle associazioni del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti stabilito dal Dpcm del 10 luglio 2015), è che chi rappresenta i cittadini dovrebbe essere vincolato al disinteresse alla autonomia e al rispetto scrupoloso del conflitto di interesse anche se nello stesso tempo non può permetterselo, a meno di autofinanziarsi con i contributi degli stessi cittadini.
Esattamente come un sindacato.

La raccolta differenziata della realtà sanitaria
L’idea secondo la quale allo struzzo basterebbe nascondere la testa nella sabbia per non essere visti dai suoi nemici, è un paradosso logico. Chiudere gli occhi non esclude che gli altri possano vederti.

E’ talmente un paradosso logico che essa è null’altro che una diceria tanto infondata quanto offensiva, nei confronti dell’intelligenza mimetica dello struzzo che, secondo gli ornitologi, sarebbe notevole.

Ma il paradosso, passando dalla savana alla sanità, in realtà è del tutto apparente nel senso che “non vedere per non far vedere” è addirittura una strategia con lo scopo preciso di nasconderci la conoscenza della realtà ed ingannarci.

In sanità vi sono rispettabili e accreditati soggetti di ricerca, sociali, accademici, professionali il cui vero lavoro è non far vedere quello che tutti dovrebbero vedere. Costoro hanno il compito di distinguere, dietro compenso e quindi per conto di un committente, le realtà ammissibili da quelle inammissibili.

In questo ambito rientrano tutti coloro che fanno ricerche finanziate dalle assicurazioni per dimostrare che milioni di cittadini sono abbandonati, che vi è una incredibile spesa privata, che le liste di attesa sono delle ingiustizie insopportabili, ma con lo scopo non di migliorare la sanità pubblica ma solo per spingere il pedale della sua privatizzazione.

Tutti costoro non vanno confusi con i “persuasori occulti” di Packard, o con quelli che vengono a casa per venderci l’aspirapolvere e neanche con i mercenari, anche se quando penso a certi economisti che conosco, alcuni di essi, lo sono.

Essi, più simili ai netturbini, sono specializzati nella raccolta differenziata della realtà cioè nel decidere rispetto alla conoscenza pubblica come raccoglierla e come riciclarla.

Vorrei ricordare che la raccolta differenziata è un sistema di raccolta dei rifiuti che consente di raggrupparli in base alla loro tipologia materiale, compresa la frazione organica umida, e di destinarli al riciclaggio, e quindi al riutilizzo di materia prima.

Oltre l’oscurantismo
L’uso della raccolta differenziata della realtà sanitaria serve soprattutto alla politica per far vedere e nello stesso tempo nascondere. Essa a mio parere, è qualcosa di più terribile dell’oscurantismo cioè del tenere all’oscuro per mantenere l’ignoranza.

La raccolta differenziata della realtà ha lo scopo di:
· impedire che nei cittadini  il loro giudizio sia tale,
· di ingannarne l’autonomia,
· impedire gli effetti sociali soprattutto del dissenso.

L’uso della raccolta differenziata in sanità è molto diffuso.

Essa è usata da chi:
· assoldato dalla grande speculazione finanziaria, vuole convincerci che 35 miliardi di out of pocket sono una libera scelta dei cittadini, cioè un  opzione sociale, e non un super ticket che  paghiamo a causa della regressività scientemente indotta su un sistema de-finanziato,
· da coloro che con fiumi di denaro hanno finanziato convegni, ricerche, media, società scientifiche  per far passare l’idea del sistema multi-pilastro,
· ci propone  il de-finanziamento come un obbligo morale alla sostenibilità  in luogo di ben altri obblighi morali,
· con la scusa della responsabilità professionale non si sono curati di salvaguardare la relazione con il cittadino,
· tratta i nostri medici come “lavori in pelle” cioè come i replicanti della loro professione  (omaggio al film Blade Runner).

Conclusioni
Altri, e non nelle savane, sono quindi coloro che in malafede nascondono la testa nella sabbia.

Incaricati sempre da qualcuno costoro attendono con diligenza sia ai problemi del traffico denunciando piccole infrazioni sia a quelli della raccolta differenziata ricevendo lauti compensi che servono a finanziare quindi a perpetuare le loro sempre più pesanti organizzazioni.

Da costoro mi dissocio. Allo struzzo ingiustamente calunniato, la mia solidarietà

Ivan Cavicchi